“Credo che il vino sia condivisione”. Così Silvia Mingotti spiega la storia di CantinAmena, una storia di famiglia che comincia con una promessa d’amore fatta dai suoi genitori, Valeriano e Maria Rosa, e realizzatasi nel 2004, quando i fondatori dell’azienda acquistano uno storico vigneto sorto a Campoleone di Lanuvio durante la prima metà del secolo scorso.
18 ettari sulle ultime pendici dei Castelli Romani, a 30 chilometri dal Mar Tirreno, oggi totalmente dedicati alla coltivazione biologica dell’uva, tranne un piccolo uliveto. L’idea è stata fin da subito quella di puntare alla qualità, valorizzando vitigni autoctoni come la Malvasia Puntinata e il Cesanese all’interno di ad un progetto e un ciclo di lavorazione interamente biologico e prossimamente anche vegano, con l’apposito riconoscimento in dirittura d’arrivo.
Silvia vive a Brescia, ma ha fatto di questo angolo di Lazio e della ricchezza di potenziale del terroir vulcanico una sorta di terra d’elezione, grazie ad una squadra che l’affianca con passione e dedizione nel sapiente e paziente lavoro quotidiano in vigna. Qui, infatti, tutto è a chilometro zero: la raccolta viene fatta interamente a mano, con un processo in cui si raccoglie una quantità di uve pari solo a quello che serve per vinificare nella giornata. Dai filari alla cantina la vendemmia fila veloce e l’attenzione alle rese è massima.
Le uve sono coltivate senza l’aiuto di sostanze chimiche: raccolte grappolo a grappolo, vengono poi vinificate con procedimenti aturali senza additivi.
Poco più di 60 quintali all’ettaro, una quantità di produzione molto bassa rispetto agli standard che diventa quindi garanzia di eccellenza nel prodotto finale.
CantinAmena produce vini biologici certificati tramite un’agricoltura di precisione sempre più sviluppata. Malvasia Puntinata e Cesanese per i vitigni autoctoni, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e altre uve rosse per gli internazionali. PATIENTIA, ARCANA e una doc ROMA sono i rossi, ai quali nel 2019 si aggiungerà il BIBE rosso. Per i rosati la proposta è il fresco e piacevole ROSAM, in onore della mamma Maria Rosa. Il DIVITIA ed il BIBE bianco, prodotto dal 2018, completano la gamma dei vini proposti.
Quando la incontriamo, Silvia – che ha raccolto il testimone dai suoi genitori insieme ai fratelli Enrico e Osvaldo – ci racconta di sogni e progetti multipli, che vanno dall’utilizzare le botti di rovere per l’Arcana all’acquistare vasche nuove di cemento, fino alla sperimentazione della fermentazione in anfora. Su un punto, però, non intende cedere: quello di restare un’azienda dalle dimensioni familiari.
“Non ho intenzione di ingrandirmi più di tanto. Oggi facciamo 40mila bottiglie all’anno, l’obiettivo è di arrivare al massimo a 80mila”.
Per Silvia un bicchiere di vino è “il piacere dello stare insieme all’insegna della convivialità”: ecco perché crede molto nel passaparola e sulla fidelizzazione del consumatore. Lo ha già verificato con i ristoranti che scelgono i suoi vini: “generalmente i clienti ritornano”, il feedback dei ristoratori.
Tra i progetti appena realizzati, quello della “bag in box” per i clienti affezionati ai vini sfusi, tra quelli di prossima realizzazione le merende e le cene in vigna, a cominciare dal prossimo Capodanno, che vedrà una clientela selezionata festeggiare l’arrivo dell’Anno Nuovo sulla nuova terrazza dalla vista mozzafiato, che rende possibile abbracciare con un unico sguardo le distese dei filari e il panorama che spazia dai Castelli al mare.
Valore aggiunto e fiore all’occhiello eloquente della filosofia aziendale, la scelta di Cantinamena di entrare a far parte del circuito di “Vino in vigna”, un progetto in cui gli appassionati del settore possono “adottare” e personalizzare i vini della cantina seguendone l’evoluzione “In loco” in tutte le loro fasi: dalla vendemmia all’imbottigliamento. Il tutto, scandito dalle visite in vigna dei consumatori, che sapientemente guidati dalle mani esperte di chi in vigna ci lavora quotidianamente possono arrivare a “produrre” il proprio vino, con tanto di etichetta personalizzata.
Michela Nicolais