Le radici ad Amatrice, il cuore nell’Agro Pontino, la versione più aggiornata (che è a sua volta un ritorno alle origini) nel centro della Capitale. Sono questi, in sintesi, i momenti salienti di una storia vitivinicola lunga 111 anni. Quella della famiglia Santarelli, una vita nel vino, che dal 1967 ha fondato “Casale del Giglio”, nell’Agro Pontino, in località Le Ferriere, provincia di Latina, circa 50 chilometri a sud di Roma.
L’occasione per raccontarne l’affascinante storia che attraversa le generazioni è stata una Materclass ospitata da Castel Romano Designer Outlet, per farne apprezzare la qualità dei prodotti non solo agli addetti ai lavori, ma anche a chi compie i primi passi del percorso di avvicinamento al vino. Viogner 2024, Petit Manseng 2024, Anthium Bellone 2024, Albiola 2024, Matidia Cesanese 2023 e MadreSelva 2019 le etichette in degustazione, a testimonianza di una libertà sperimentativa che sa coniugare tradizione e innovazione, partendo dalla valorizzazione del territorio.
Tutto parte dal ritrovamento di un Listino della ditta Bernardino Santarelli & Figli, risalente al 1935 e casualmente ritrovato in un vecchio baule. Il 5 marzo 1914, ad Amatrice, i fratelli Emidio, Isidoro e Antonio Santarelli fondano la “Ditta Bernardino Santarelli & Figli”, che porta il nome del loro padre Bernardino, mercante di vino. Negli anni Trenta, la famiglia si trasferisce a Roma, aprendo il primo negozio “Vini, Olii & Liquori” in Piazza Capranica, rilevando una vineria storica risalente al 1860.
Quasi un presagio, il luogo scelto al centro della Capitale, perché a quei tempi la prima fermata della Corriera che viaggiava da Amatrice a Roma era proprio al Pantheon, da cui Piazza Capranica è poco lontano.
Con impegno e dedizione, Emidio, Isidoro e Antonio espandono la loro attività, aprendo 12 punti vendita in diverse zone della città. Dino Santarelli, figlio di Emidio, prosegue la tradizione fondando nel 1955 a Roma la “Santarelli S.p.A.”, fra le prime cantine a proporre i vini del Lazio in Bottiglia. Nel 1967, il colpo di fulmine: affascinato dall’Agro Pontino, Dino crea “Casale del Giglio” a Le Ferriere, vicino all’antica città di Satricum, da cui prenderà poi il nome una delle etichette che ha ricevuto più riconoscimenti.
Ma la storia della famiglia Santarelli non si ferma qui: negli anni Novanta Antonio Santarelli, figlio di Dino, per cui Casale del Giglio era la tenuta da bambino dove trascorreva i fine settimana e tentava le prime mosse in motorino, a 25 anni, insieme al padre e al giovane enologo Paolo Tiefenthaler, avvia un ambizioso progetto di ricerca e sperimentazione in viticoltura, e grazie alla collaborazione di ampelografi e ricercatori universitari nel 1985 mette a dimora sui terreni aziendali 57 vitigni sperimentali. L’attività sperimentale è stata poi estesa ai territori limitrofi ed ha permesso la riscoperta e la valorizzazione di particolari vitigni autoctoni del Lazio, come la Biancolella di Ponza, il Bellone di Anzio, il Cesanese di Affile e di Olevano Romano, oltre al Pecorino di Amatrice ed Accumoli.
Oggi, nel cuore del Centro storico di Roma, a piazza Capranica, dove un tempo i trovava l’antica bottega di famiglia, sorge il bistrot “Collegio”, che celebra la tradizione culinaria del Lazio con piatti particolari come l’introvabile Gnocco Riccio di Amatrice, accompagnati da una Carta dei Vini che vanta oltre 130 etichette, rappresentative di 77 vitigni nazionali e internazionali.
