“I Ciacca”: dalla Scozia a Picinisco per “riscoprire” il Maturano

Tornare per ricominciare, o meglio vivere una seconda vita. Tornare per ritrovare le proprie radici. Tornare per far rinascere un antico borgo anche grazie alla riscoperta del suo vino, il Maturano.

E’ la storia di Cesidio Di Ciacca, proprietario dell’Azienda agricola e vitivinicola “I Ciacca” di Picinisco, in provincia di Frosinone. L’itinerario di Cesidio, nome tipico di queste parti, si snoda dalla Scozia, dove è nato e cresciuto, fino alla terra di origine dei suoi avi, nella Valle di Comino, al confine tra Abruzzo, Lazio e Molise, all’interno dell’omonimo Parco Nazionale.

Nato e vissuto in Scozia, in un piccolo paese di pescatori a 15 chilometri di Edimburgo, dopo una vita da avvocato di successo ha deciso di trasferirsi con sua moglie Selina nella terra dove la sua famiglia ha vissuto per 500 anni, tanto da dare il nome ad un borgo, “I Ciacca”, che oggi è diventato la sede della sua cantina, dove si coltiva e produce il Maturano,  un vitigno autoctono a bacca bianca originario della Valle di Comino, che per raggiungere la maturazione ottimale ha bisogno di tempi più lunghi rispetto alla media: da qui l’origine del nome.

Si tratta di un vitigno autoctono e storico da sempre coltivato in queste zone e che non ha parentele con altri vitigni conosciuti al mondo, come risultata dall’analisi del Dna.

Quando lo incontriamo, Cesidio ci mostra orgoglioso un documento del 1595, preparato per la Famiglia d’Este, che attesta le descrive nei dettagli la stretta parentela tra il Maturano e il territorio in cui ci troviamo, a metà strada tra Roma e Napoli: “(Picinisco) Ha nome, et fatti di far li migliori vini del Contado, sono li vini bianchi, sottili, /et buoni, molto simili di colore, e di bontà à li chiarelli, dicono che pas[sato] / l’altro anno, diventano più amabili, et molto migliori.”

Nonni paterni di Picinisco, mamma di Cerasuolo (in provincia di Isernia), nonno materno irlandese. Le radici miste di Cesidio si saldano in questa “terra di lavoro” che fino al Risorgimento faceva parte del Regno delle Due Sicilie quando, nel 2010, si presenta l’opportunità di acquistare l’edificio dove ora si trova l’albergo diffuso “Sotto le stelle”, che ospita turisti, gruppi e visitatori da tutto il mondo, come si può constatare passeggiando tra i vicoli pittoreschi e accorgendosi che anche gli abitanti del luogo parlano in inglese con gli ospiti. Così Picinisco, da borgo spopolato in tre ondate  successive  – prima del 1900, dopo la Prima Guerra Mondiale e nel 1960 – e poi rimasto totalmente disabitato nel 1970 è rinato a nuova vita.

Dopo l’inaugurazione nel 2012, Cesidio acquista il Borgo e il terreno circostante – più di 200 particelle appartenenti a oltre 140 persone divise in 11 famiglie – ma non si limita a impiantare i vigneti e a realizzare la cantina e l’azienda agricola, che vanta anche una cospicua produzione di olio e miele.
Il Borgo “I Ciacca”, infatti, è oggi disponibile per eventi, visite in cantina e degustazioni, corsi sul vino e sulla potatura, scuola di cucina per turisti (e non solo),, visite guidate lungo i sentieri di entrata nel Parco nazionale d’Abruzzo.

Per spiegarci il senso della sua straordinaria storia di riappropriazione delle sue radici, con il passato che plasma e si aggrappa tenacemente al futuro, facendo risorgere un’intera comunità, Cesidio prende a prestito le parole di suo figlio Giovanni: “Siamo molto fortunati. Abbiamo due vite: quella scozzese e quella italiana”. Dall’album dei ricordi divenuto ora un magnifico volume di testimonianze storiche a disposizione di chi visita il borgo, gli occhi di nonno Cesidio e di nonna Marietta approvano e sorridono compiaciuti, rigorosamente in bianco e nero.

Michela Nicolais

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