Vino Nobile di Montepulciano in anteprima

Oggi 7 bottiglie su 10 di vino Nobile di Montepulciano volano sui mercati di tutto il mondo, con un valore alla produzione stimato in 65 milioni di euro, e un valore complessivo, tra patrimonio immobiliare, vigneti e indotto sul territorio, che sfiora 1 miliardo di euro.

Ma quel “vino squisito”, così definito già alla Corte dei Medici, era protagonista del mercato del vino già nel Medioevo, come  testimonia un raro contratto di mercatura del 17 ottobre 1350, conservato nel fondo Madonna de’ Ricci (crociferi) dell’Archivio di Stato di Firenze, ritrovato grazie alle attività di ricerca promossa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, guidato da Andrea Rossi e diretto da Paolo Solini.

Un pezzo di storia che porta al presente, per quella che è stata la prima Docg d’Italia nel 1980 e che, da due anni, ha aggiunto la menzione obbligatoria “Toscana” in etichetta, per tutti i vini. Gli appassionati e gli addetti ai lavori potranno averne una eloquente prova partecipando dall’Anteprima del vino Nobile di Montepulciano, in programma dal 18 al 20 febbraio all’interno della Fortezza Medicea, a due passi da Piazza Grande.
Una ricchezza, quella legata al vino, che sul territorio di questo angolo di Toscana muove come indotto il 70% dell’economia locale. In particolare, sono 2.000 gli ettari vitati (di cui 1.208 iscritti a Vino Nobile di Montepulciano e 324 a Rosso di Montepulciano Doc), coltivati da 250 viticoltori, e portati su scaffali e tavole da 90 imbottigliatori, per oltre 2.000 posti di lavoro tra fissi e stagionali.

Dal 2022 quella del Vino Nobile di Montepulciano è la prima denominazione italiana ad aver raggiunto la certificazione di sostenibilità secondo la norma Equalitas.

Il 75,8% delle aziende di Montepulciano ha contribuito con le proprie attività al raggiungimento della certificazione: il 98% delle aziende ha ridotto i trattamenti convenzionali in vigna, il 59% ha messo in campo pratiche legate alla cosiddetta agricoltura integrata, quasi il 70% delle imprese ha scelto l’agricoltura biologica e il 3% quella biodinamica. L’84,4% negli ultimi cinque anni ha investito in formazione e sensibilizzazione sui temi di sicurezza e ambiente.
La totalità delle aziende ha dichiarato inoltre di aver ridimensionato l’utilizzo di fitofarmaci e fitosanitari in campo. In tempi di scarsità di acqua, il 69,7% delle imprese vinicole del territorio dichiara di aver attuato pratiche per la riduzione dell’utilizzo di risorse idriche per il processo di vinificazione e il 97% ha guardato alla salvaguardia della biodiversità. Sul fronte della CO2 il 75,8% dichiara di aver avviato pratiche per la riduzione di emissione di gas climalteranti e anche messo in piedi attività di recupero o riciclo di materiali proveniente da scarti di produzione (il 72,7%).

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