Cosa significa, per un’azienda vitivinicola biodinamica, essere premiati per la propria “genialità”? Nel caso della Cantina Orsogna, in provincia di Chieti ai piedi della Maiella, premiata al Merano Wine Festival per questa speciale categoria di produttori – introdotta dal patron Helmut Kocher per la prima volta in questa edizione – vuol dire lavorare per progetti e portare avanti la filosofia della biodinamica attraverso una sinergia armonica tra territori differenti, ciascuno valorizzato per la propria tipicità.
Destinatari del premio – come si legge nella motivazione – sono infatti “enologi e agronomi che nutrono particolare attenzione al tema della sostenibilità, a ciò che la terra offre e che sanno interpretare e coniugare questi elementi per produrre un vino di qualità”.
Tra gli esempi più virtuosi della bio Cantina Orsogna – una cantina sociale di 1.400 ettari, con 400 conferitori – quello del marchio “Spiritus Terrae”, dedicato ai vitigni autoctoni, la vera ricchezza della vitivinicoltura italiana. Il nostro Belpaese è infatti il primo al mondo per la quantità dei vitigni autoctoni (545 varietà di vite da vino rispetto ai 1.300 a livello mondiale) dai quali si ottengono vini unici, non replicabili, legati ai vitigni e alle particolari condizioni pedoclimatiche della nostra penisola.
Negli ultimi anni c’è stata una forte attenzione internazionale nei confronti dei vitigni autoctoni che si contrappongono all’omologazione della produzione vitivinicola mondiale basata su pochi vitigni. I vini Spiritus Terrae rimangono fedeli ai sapori autentici del vitigno, nessuna elaborazione tecnica copre i sentori varietali nativi del territorio e dell’annata. Allo scopo di dare garanzie sulla qualità e sulla tipicità, vengono vinificati da uve provenienti solo da vigne biologiche, certificate per la biodiversità, per la biodinamica e seguendo gli standard di vinificazione spontanea biodinamica (Demeter).
“Genialità” significa anche originalità nella cura dei particolari: le etichette Spiritus Terrae sono delle tavole ampelografiche dei vitigni che compongono la linea dei vini, 1.500 bottiglie in totale, tutte numerate. L’ampelografia ha avuto un ruolo di testimonianza della cultura agricola nell’800 e le etichette Spiritus Terrae sono ispirate agli ampelografi italiani dell’800 che hanno descritto e illustrato, in accurate e stupende tavole, la panoramica delle varietà fruttifere (compresa la vite) presenti in Italia in quegli anni.
Michela Nicolais