Enoturismo: un libro per “ripartire” dopo la pandemia

Cibo e vino. Un binomio da sempre vincente, e dal quale si può ripartire per favorire il ritorno del turismo internazionale in Italia, messo a dura prova dalla pandemia.

E’ la proposta al centro del volume “Turismo del Vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche” (Ed. Edagricole – News Business Media, nella collana “Strategia e Management”, pag. 198), presentato in diretta streaming nei giorni scorsi al Senato alla presenza dei due autori, il senatore Dario Stefàno – presidente tra l’altro, della Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato della Repubblica – e Donatella Cinelli Colombini, fondatrice già agli albori degli anni Novanta del Movimento Turismo del Vino, che ha subìto una brusca frenata a causa delle limitazioni agli spostamenti imposte dall’emergenza sanitaria ancora in corso.

L’enoturismo nell’anno del Covid19 ha fatto riscoprire agli italiani il turismo di prossimità, ma le presenze nazionali sono solo una piccola parte di un pubblico ben più ampio a cui si era abituati in tempi pre-epidemia. Nel volume, che presenta una panoramica sul fenomeno dell’enoturismo in Italia e si propone come un vademecum sulla sua storia e sulle normative – compresa quella più recente, che comprende l’approvazione del decreto del 12 marzo 2019 che disciplina il settore – si parla non solo di storia e di leggi ma anche di progettualità in chiave europea. E di come coniugare la ripartenza post Covid con i progetti di Green deal, Farm2Fork e Next Generation attraverso il turismo e l’uso del vino come fattore trainante ed elemento strategico per l’economia, grazie al sul legame con la cultura e il turismo, oltre che all’intero comparto agroalimentare.

“Puntare sul turismo del vino come locomotore della ripartenza turistica – spiega  Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento Turismo del Vino e ideatrice delle giornate di Cantine Aperte, evento di punta per il turismo enogastronomico – significa dare concreta applicazione agli obiettivi europei Next Generation-Recovery. L’enoturismo infatti richiede, soprattutto in questo momento, un ampio uso della tecnologia digitale e di conseguenza richiede un netto miglioramento della connettività nelle campagne. Le prospettive sono di un turismo sempre più lento, diffuso e destagionalizzato, in grado di offrire ai giovani un futuro di vita e di lavoro in campagna ma anche di avvicinare chi produce agroalimentare a chi lo consuma, anche in termini di shopping, accrescendo la cultura alimentare e incentivando scelte nutrizionali più sane e rispettose dell’ambiente”.  Coniugare turismo e vino consente inoltre alle 25/30mila cantine italiane di trasformarsi in propulsore di sviluppo. Nel libro, gli imprenditori trovano una guida che dispensa consigli e regole da seguire per collocare la propria cantina tra le “wine destination” più ricercate e gestire l’enoturismo in una logica di sviluppo economico e sostenibilità ambientale e sociale, sempre nel rispetto di tutte le prescrizioni di sicurezza necessarie in tempo di Covid19.
Obiettivo: riportare al più presto in Italia i turisti europei, americani ed asiatici.  

Michela Nicolais

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