Montepulciano: l’anteprima del Vino Nobile, una DOCG ancora da scoprire

Il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, per gli addetti ai lavori, è ormai una realtà consolidata e dal fiorente mercato, come dimostrano i circa 7 milioni di bottiglie immessi sul mercato nel 2021 (insieme ad altri 2.5 milioni di Rosso di Montepulciano DOC).

Eppure, rischia di essere meno conosciuto al grande pubblico rispetto ad altre etichette presenti nella grande distribuzione: è nata così l’idea dell’omonimo Consorzio ti tutela, che ha organizzato un’anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, nel borgo medievale da cui prende il nome, dal 23 al 28 marzo scorsi. Il panorama ricco e variegato ha offerto ai buyers e agli appassionati numerosi assaggi di qualità, da Cantine giovani e blasonate, tutte accomunate dalla ricerca quasi maniacale della qualità. Ne presentiamo due, tra le tante incontrate nella Fortezza che sovrasta la cittadina toscana.

Tre fratelli, 6 ettari di terreno, 15 mila bottiglie l’anno. Sono i “numeri” di Priorino, una piccola ma preziosa Cantina a conduzione familiare che si estende nella piccola comunità di Abbadia, a pochi chilometri dal Borgo antico di Montepulciano. La prima vendemmia risale al 2013, quasi per scommessa, in un terreno abbandonato a se stesso per più di vent’anni:

“Se va male, ce lo beviamo!”.

E invece la passione ha premiato: oggi una delle etichette di eccellenza della Cantina “Viola”, è un Vino Nobile di Montepulciano fatto con uve di Sangiovese al 100%. Un DOCG in purezza elegante, molto morbido e dal colore particolare il cui processo di raccolta e lavorazione è studiato in ogni dettaglio: i grappoli vengono accuratamente scelti in vigna durante la vendemmia e gli acini scelti, in cantina, sono lasciati a fermentare in tini di rovere francese e di slavonia.

Poi l’affinamento per 20 mesi in tonneau di rovere francese. Uvaggio e procedimento analogo annche per “Robi”, la versione Riserva del Vino Nobile di Montepulciano, con un affinamento, rispetto al “Viola”, di 30 mesi.

Siamo i primi bevitori del nostro vino”, spiegano in azienda a proposito della filiera cortissima. “Non siamo biologici, ma amanti della natura”, la precisazione ritenuta d’obbligo: “Se ami la natura, non c’è bisogno di intervenire in maniera invasiva su di essa”.

Il biologico, insomma, rischia di essere talvolta una semplice operazione di marketing, mentre ciò che conta è impegnarsi meticolosamente in vigna e andare alla sostanza, a partire dalla raccolta a mano e dalla valorizzazione della tipicità del territorio.

Come nel caso di “Fonte al giunco” IGT, un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot dal colore rosso rubino intenso con riflessi porpora che prende il nome dalla località in cui nasce, un terreno ricco di minerali che donano al vino aromi inconfondibili. Gli stessi uvaggi con percentuali diverse danno vita ad “Umore e luce”, vino che deve il suo nome a Galileo Galilei, per il quale il frutto dell’uva, appunto, era “un composto di umore e luce”.

Completano la gamma “Solarina”, il cui nome evoca la luce del sole e introduce ad un blend di Chardonnay e Pinot Bianco, gradevole e fresca eccezione in una terra vocata ai rossi, ed “E’ già”, dal nome stravagante coniato per indicare un Cabernet Franc in purezza nato quasi per caso in una giornata di pioggia, durante gli assaggi periodici in Cantina.

Una vera e propria Cattedrale del Vino, che garantisce fascino e suggestione ai visitatori grazie all’incontro di roccia, volte e legno. Sono le maestose Cantine De’ Ricci, interamente scavate nel tufo, situate nei locali interrati del Palazzo Ricci, uno dei più bei palazzi nobiliari di Montepulciano.
Percorrendo silenziosi ambulacri su cui si affacciano numerosi archi laboriosamente ricavati nel tufo si giunge ad una grotta risalente all’epoca etrusca. E’ qui che, ancora oggi, vengono affinati i vini delle Cantine storiche De’ Ricci, le più antiche del borgo antico di Montepulciano insieme alle Cantine Contucci.
In azienda sono presenti oltre 30 ettari di vigneto –  età media 15 anni – prevalentemente a Sangiovese a cui si accompagnano Foglia Tonda, Merlot, Petit Verdot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Malvasia e Grechetto. Le uve destinate alla produzione dei vini De’ Ricci provengono da tre zone distinte, tra le più vocate del territorio di Montepulciano: Ascianello, Fontago e Fontecornino.

Inaugurata nel 2017, la nuova cantina è dotata di nuove tecnologie e le uve fermentano sia in tini troncoconici che in acciaio di capacità non superiore a 100 hl, che consentono la vinificazione separata per ogni vitigno coltivato in azienda. La raccolta, così come la selezione delle uve, viene effettuata rigorosamente a mano. “Puntiamo sulla valorizzazione del Sangiovese”, spiegano in azienda: “sia nel Rosso di Montepulciano sia nel Nobile sia nella Riserva che nel SorAldo, lasciando le altre varietà per i vini IGT, mantenendo uno stretto legame con la tradizione del territorio”. Il SorAldo è un Nobile di Montepulciano dedicato ad Aldo, che con sua moglie Maria negli Anni Sessanta ha ripreso una tradizione vitivinicola iniziata nel 1150. “A mio babbo Aldo”, la dedica del figlio: “Certi ricordi non possono essere espressi con le parole; il loro contenuto è sempre limitato. Ciò che possiamo fare è provare a dar forma a queste emozioni rappresentandole in un vino, lo specchi della nostra passione e anima”.

Michela Nicolais

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